La Salute uguale dei potenti detenuti.

La Salute uguale dei potenti detenuti.

di Carlo Visconti

Purtroppo ci risiamo.
Ogni volta che un uomo potente e ricco finisce in carcere per indagini o per condanna definitiva, scoppia la bagarre sulle condizioni di salute e sulla necessità di evitargli il carcere.
E’di questi giorni la vibrante polemica sulle condizioni di salute del Sen. Marcello Dell’Utri, condannato per concorso esterna in associazione  mafiosa ed in espiazione pena definitiva, dopo che in passato aveva anche trascorso un periodo di latitanza all’estero.

Dopo il diniego di scarcerazione pronunciato dal Tribunale di Sorveglianza che ha giudicato compatibili con lo stato di detenzione, le condizioni di salute del Senatore, che a dire dei giudici si può curare in carcere, è scoppiata la rissa mediatica .Dell’Utri ha affidato ai suoi legali un drammatico messaggio affermando  : «Preso atto della sentenza di rigetto con cui il tribunale di sorveglianza ha deciso di farmi morire in carcere, ho deciso di farlo di mia volontà, adottando da oggi lo sciopero della terapia e del vitto». Il diritto alla salute è una cosa molto seria.

Ma deve essere un diritto di tutti. Del ricco, del potente e degli ultimi. Nelle carceri italiane languono migliaia di persone e tante sono affette da gravi patologie ma nessuno se ne cura.Per i ricchi ed i potenti invece, si cerca immediatamente  di mobilitare l’opinione pubblica eccitandola alla pietà, facendo apparire i giudici come dei carnefici. Questa volta, come si apprende da articoli di stampa, si è  mosso anche il Garante dei detenuti nazionale del quali non si ricorda forse una così vibrante iniziativa per gli altri poveri e diseredati detenuti anche essi malati gravemente. Non possono non tornare alla memoria  altri simili casi giudiziari.

Tanti anni fa il potente e ricco ex Ministro della Sanità  Francesco De Lorenzo, era in carcere .Il suo avvocato difensore lanciò un sos drammatico: “E’da 180 giorni in prigione, non mangia più. Parla poco. A tratti vaneggia. Potrebbe anche cercare di uccidersi”.
Un sos drammatico “fondato su una perizia psichiatrica, depressione maniacale di grave entità, anoressia acuta, rischio di gesti estremi". da quando è in cella De Lorenzo ha perso diciotto chili. Nell' ora d' aria come un automa ripete: "Sogno di andare in Burundi, ad aiutare gli altri, a fare il volontario...". E si rammenta una famosa foto che nel corso di un’udienza, ritraeva De Lorenzo al quale il difensore cedeva il suo cappotto. E l’episodio del ristorante i De Ladroni, a Roma. In un articolo di Repubblica di 22 anni pubblicato in Internet, si legge testualmente: “  De Lorenzo, due mesi fa uscì da Poggioreale perché gravemente anoressico e depresso. Diciotto chili persi, pericolo di vita, tentazioni suicide: così diceva la perizia. Al processo, De Lorenzo era una larva umana.
Un mese fa, al "Gemelli" di Roma, Bruno Vespa si recò al capezzale per un' intervista: Sua Sanità era ancora attaccato alla flebo, anche se già pimpante e minuzioso nello scagionarsi. E nella foto spuntata ieri c' è un signore a spasso che non si direbbe, in effetti, un moribondo. Apriti cielo... "Quel finto malato ci ha ingannati. Ci ha usati...Noi ci siamo presi gli sputi in faccia per farlo uscire di galera e lui, invece di stare a casa o in clinica, che ti combina? Va al ristorante. Mi sento di dover chieder scusa a tutti gli italiani".Ed ancora ricordo il caso del cuore malato dell’ex Ministro Paolo Cirino Pomicino . Anche in questo caso l’avvocato difensore diffuse un drammatico allarme : “ ha sei by-pass. I chirurghi di Londra che lo operarono dopo l' ultimo infarto, il 20 febbraio scorso, gli hanno ordinato  riposo assoluto. Ma l' ex ministro, imputato nel processo per le tangenti del terremoto, dovrà ugualmente presentarsi in tribunale, domani, per l' interrogatorio: i giudici non hanno concesso il rinvio dell' udienza preliminare”.

A di stanza di più divent’anni entranni vivono, per carità con gli acciacchi propri dell’etàavanzata .E ricordo ancora il boss della camorra napoletana, condannato all’ergastolo per l’efferato omicidio della povera Silvia, Ruotolo inerme passante, Giovanni Alfano, che dopo aver subito 3 o 4 carcerazioni che andavano a rimediare ad altrettante scarcerazioni per cavilli formali, iniziò uno scipoero della fame perdendo 20 kili nella speranza di essere scarcerato ed il famoso boss Umberto Ammaturo  anche lui della Camorra che tentò di essere liberato fingendo di essere pazzo con i periti ai quali dichiarava che in cella vedeva un asino volare. Dunque massimo rispetto per le condizioni di salute, ma che tutti i detenuti malati siano trattati in maniera uguale.

Carlo Visconti



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